
24/03/2023
Concorsi pubblici, previste 150 mila assunzioni a tempo indeterminato
Buone notizie per chi aspira a un posto fisso nella Pubblica
amministrazione: sono in programma nei prossimi 3 anni fino a 150
mila assunzioni l’anno. A confermarlo è il ministro della Pubblica
amministrazione, Paolo Zangrillo, in un’intervista rilasciata
al Corriere della Sera.
Da tempo sembra esserci un problema assunzioni nella
Pubblica amministrazione, con sempre meno giovani attratti da un posto nel
pubblico impiego in quanto ritengono che gli stipendi offerti non siano
attrattivi. A tal proposito, il ministro Zangrillo ha come obiettivo il
rilancio della Pubblica amministrazione già nel 2023, cercando di attrarre le
professionalità giuste necessarie specialmente per attivare i progetti
finanziati dal Pnrr.
A oggi, d’altronde, la difficoltà maggiore riguarda proprio
l’assunzione di tecnici ed esperti per
accompagnare la realizzazione del Pnrr. Nonostante al livello centrale siano
già state inserite 500 nuove professionalità, negli enti locali la situazione è
più complicata. Secondo Zangrillo, però, non si tratta di una difficoltà della
sola Pubblica amministrazione, visto che anche nel settore privato è sempre più
complicato assumere le professionalità richieste. “Le persone oggi sono
molto più attente a valutare le condizioni offerte e le opportunità di crescita
professionale”, ritiene il ministro della Pubblica amministrazione,
motivato però a un cambio di rotta già nell’immediato.
A oggi i concorsi banditi per la realizzazione dei progetti
finanziati dal Pnrr offrono un contratto a tempo determinato. E
potrebbe essere proprio questo l’ostacolo principale, in quanto molti
professionisti non sono attratti dalla possibilità di un incarico a tempo che
non offre particolari garanzie per il futuro.
A tal proposito, Zangrillo - sottolineando che è la
disciplina europea dello stesso Piano a prevedere contratti a termine fino al
2026 - ha fatto chiarezza sulle opportunità che tali rapporti di lavoro possano
poi essere stabilizzati. Nell’ultimo decreto sul Pnrr, infatti, il
governo ha previsto la stabilizzazione dei 500 profili assunti nei ministeri
dopo 15 mesi di servizio, oltre a consentire agli enti locali di bandire
concorsi a tempo determinato dove il 40% dei posti sarà riservato ai tecnici
assunti a termine per il Pnrr.
Quindi, se siete scettici sul partecipare o meno a un bando
di concorso che offre un contratto a tempo determinato in quanto rientra nel
suddetto Piano, ricordate che al termine del rapporto potrebbe comunque esserci
una prospettiva di stabilizzazione, se non diretta attraverso la
partecipazione a un concorso ad hoc con posti riservati.
Ma al netto dei concorsi per il Pnrr, la Pubblica
amministrazione ha in programma da qui al 2026 di rinforzare gli
organici con contratti a tempo indeterminato. Nel dettaglio, mentre nel
2022 sono state assunte 170 mila persone, da quest’anno al 2026 è in programma
una media di 150 mila assunzioni l’anno.
Il portale di riferimento per queste assunzioni sarà l’Inpa,
avviato dal 1° gennaio per le sole amministrazioni centrali ma che dal 1°
giugno prossimo verrà esteso a tutti. Sarà qui, quindi, che si svolgerà tutto
il processo, dalla pubblicazione del bando alla domanda di concorso, fino alla
gestione delle prove e alla pubblicazione della graduatoria. E presto questa
piattaforma avrà anche una propria applicazione per tablet e smartphone, così
da semplificarne l’utilizzo.
Concorsi che si svolgeranno nella maniera più veloce
possibile: l’obiettivo che si è professato il governo riguarda il riprogettare
le procedure concorsuali con un obiettivo di durata massima di 180
giorni.
Secondo Zangrillo il fatto che la Pubblica amministrazione
sia sempre meno attraente non è dovuto agli stipendi. Le retribuzioni
d’ingresso, infatti, sono “assolutamente competitive” con il resto del
mercato del lavoro e va smentita anche la narrativa anacronistica che dipinge
la Pa come una “struttura incapace e non competitiva”.
Bisognerà però lavorare sull’area dirigenziale, dove è
importante non solo la competenza tecnica ma anche le soft skill. “La
dirigenza dovrà essere capace di organizzare e valorizzare il capitale umano,
bisogna fare lavoro di squadra”. A tal proposito bisognerà puntare
sulla formazione, ed è per questo motivo che il ministro Zangrillo
ha firmato un atto di indirizzo che obbliga tutte le amministrazioni a
prevedere un minimo di 3 giorni di formazione all’anno (durante l’orario di
lavoro) per tutti i dipendenti pubblici. Formazione che si strutturerà su tre
differenti aree tematiche: digitalizzazione, aggiornamento amministrativo e
soft skills.
Chi si appresta a concorrere per un posto nella Pubblica
amministrazione deve sapere che oltre a uno stipendio competitivo, a un
contratto stabile e una formazione costante, ci sono anche possibilità di lavorare
in smart working.
“Perché mai la Pa dovrebbe privarsi di questo strumento?”
spiega Zangrillo, il quale però auspica una “rivoluzione culturale, passando
dalla logica del controllo a quella degli obiettivi misurabili”.